3.4.4.B - T - Alcune citazioni sull'insoddisfazione per i risultati di apprendimento della Matematica nelle scuole italiane 1. Tutti coloro che si credono piu` o meno artisti si fan vanto di aver avuto zero in matematica fin dalle prime classi. Ho avuto modo di osservare che in questa incomprensione verso la matematica la gente e` spesso sincera, ma mi sono anche convinto che la colpa e` solo del modo con cui la metematica e` insegnata. Il difficile non e` capire la matematica, e` farla capire; chi si dedicasse per qualche tempo alla specialita` "pedagogia della matematica" e creasse una didattica delle scienze esatte farebbe opera utilissima. Capita, diventerebbe per ogni scolaro la piu` affascinante delle discipline, e soffusa di mistero. MASSIMO BONTEMPELLI (1878-1960) "Incomprensibile o affascinante?" in Periodico di Matematiche, 1973, n. 4 (dicembre), pag. 36 e 1976 (numero unico), pag. 42 (da "Colloqui", Tempo, n. 198, marzo 1943). 2. Nell'ambiente matematico italiano vi e` un ampio consenso sulla necessita` di profondi rinnovamenti nell'insegnamento della matematica a livello delle scuole secondarie superiori. [...] Non sono mancati interventi positivi [...], tuttavia e` convinzione abbastanza diffusa nell'ambiente matematico che occorra compiere un piu` deciso passo in avanti. GIOVANNI PRODI "Un progetto per l'insegnamento della matematica nelle scuole secondarie superiori" relazione al Convegno UMI-CIIM (Bologna 9-10 aprile 1976) "Le sperimentazioni didattiche nell'ambito matematico in relazione al dibattito in corso sulla riforma della scuola secondaria superiore e alla revisione della scuola media dell'obbligo" SNUMI, giugno 1976, pag. 8 (8-17) 3. Non occorrono certo indagini statistiche approfondite per documentare l'insoddisfacente grado di assimilazione delle nozioni di matematica, raggiunto dalla stragrande maggiornaza degli allievi delle nostre scuole secondarie superiori alla fine del loro ciclo di studi; ben pochi sono quelli che possono dire di aver ricevuto dall'insegnamento della matematica liceale (*) un effettivo arricchimento della propria cultura; anzi capita spesso di sentire persone -- notevolemente intelligenti e preparate in altri campi -- che si fanno addirittura un vanto di non aver mai capito la matematica che va al di la` del "far di conto". Di fronte ad un risultato cosi` deprimente viene spontaneo chiedersi -- professori e allievi -- se valeva la pena di affaticarsi tanto durante gli anni di liceo, o se non era meglio impiegare diversamente, e in modo piu` proficuo, tempo e energie. Mentre l'insoddisfazione per l'attuale stato di cose e` pressoche' unanime, le numerose proposte di alternative o di riforme elaborate da piu` parti differiscono notevolmente tra loro, al punto da apparire spesso inconciliabili. Cio` dipende essenzialmente dal fatto che i fautori delle varie proposte hanno opinioni diverse o addirittura contrapposte sulle finalita` dell'insegnamento della matematica a livello liceale e sulle metodologie da seguire. (*) Per brevita` parleremo spesso di licei, pur intendendo abitualmente riferirci a tutto il complesso delle scuole secondarie superiori [...]. BRUNO SPOTORNO e VINICIO VILLANI Mondo reale e modelli matematici, Firenze, La Nuova Italia, 1976, pag. 1-2. 4. Vorrei fare alcune riflessioni su quello che potremmo chiamare "il ciclo educativo in Italia". Nella scuola elementare gli alunni sono istruiti da "ottimi" maestri; quando gli stessi ragazzi entrano nella scuola media trovano degli "ottimi" insegnanti che dicono che gli alunni non hanno imparato niente nella scuola elementare; quando questi infine, dopo essere passati attraverso la scuola superiore in cui altri "ottimi" docenti affermano che i loro discenti non hanno appreso nulla dagli insegnamenti precedenti, arrivano finalmente all'universita`, qui si imbattono in "ottimi" professori che sostengono che gli studenti non hanno imparato nulla nella scuola superiore. Il ciclo si chiude con la scuola superiore che produce gli "ottimi" maestri e l'universita` che produce gli "ottimi" docenti della scuola media e della scuola superiore. [...] LILIANA CHINI ARTUSI in un intervento al Convegno sull'indirizzo didattico della laurea in matematica (Sestri Levante, 1975), in SNUMI, agosto-settembre 1975, pag. 88. 5. Molto piu` grave e` l'immagine sociale della matematica: e` diffusa l'idea di una materia astrusa, statica, acritica, ormai consolidata per sempre. La matematica gode di un suo rispetto, perche' e` fondamentale in vari settori della scienza e offre strumenti che risultano utili in un numero crescente di lavori, o forse anche solo perche' e` difficile e non tutti la capiscono; ma, e questo e` il guaio, non e` considerata cultura. Si noti che l'immagine sociale della matematica e` legata all'insegnamento scolastico molto piu` che non alla ricerca. CLAUDIO BERNARDI in "I matematici e l'indirizzo didattico" L'Educazione matematica, 1995, n. 1, pag. 46-47 (33-49). 6. Nessuna persona che abbia conosciuto a fondo un matematico (nei suoi comportamenti, nelle sue valutazioni riguardanti problemi pratici o altri settori del sapere) potrebbe dare credito all'idea secondo cui il valore principale della matematica consiste nell'educare l'intelligenza. FRANCESCO DE BARTOLOMEIS Sistema dei laboratori Milano, Feltrinelli, 1978, pag. 143.