rp-comnl.txt [da rp-comn.htm] (gabriele Lucchini; 2009-06-17) da "L'insegnamento della Matematica e le nuove metodologie" pp. 38-39) viii) DE/FORMAZIONI e COMUNICAZIONI INAVVERTITE - CONSEGUENZE E RIMEDI: a) "Ogni momento e ogni aspetto della comunicazione puo` essere sede di deformazioni... alterazione d'un segnale... errore umano, per esempio nella codificazione o nella trascrizione d'un datO codificato. Comunque, le deformazioni che possono avvenire o avvengono nella comunicazione non sono solo quelle dovUte a fattori fisici o ad errore umano... c'e' tutta un'altra categoria di deformazioni relative al segno come tale. Queste le chiamiamo DE/FORMAZIONI, intendendo - con quella barra - distinguere tra la deformazione intesa nel senso peggiorativo di alterazione, inquinamento e simili e la de/formazione intesa nel senso di "passaggio da forma a formano E infatti un segno realizza un passaggio da forma a forma per il fatto stesso di prendere un concetto (che ha "forma" intellettiva) e renderlo in qualcosa di materiale; oppure di prendere dei "contorni" (quelli della cosa riprodotta) e renderli in immagine." ((TADDEI N.: 1; pp. 128-129)); b) "LE COMUNICAZIONI INAVVERTITE SONO DI TRE TIPI: - informazioni alonate: particolari modi di presentare l'informazione legati anche solo allo strumento tecnico (per esempio tutti i fattori tecnici della ripresa fotografica o cinematografica, la possibilita` di unire un'immagine visiva con un'immagine sonora, ecc.) fanno si` che l'informazione si presenti al recettore come verosimile mentre di fatto e' alterata in un senso o nell'altro. Per esempio una persona presentata con sottofondo musicale opportuno sembrera` piu` simpatica; un evento accompagnatO da una certa musica o messo in un certo contesto sembrera` drammatico, ecc.; - comunicazione di inesistente: particolari modi di presentare le cose possono far credere che esista (poiche' e' rappresentato) cio` che infatti non esiste. Per esempio che uno si trovi in un certO posto, mentre non c'e' mai stato; che sia successo un certo fatto, mentre non e' mai successo; che sia possibile fare certe cose (perche' le si vedono fare sullo schermo: ma sono fatte col trucco) mentre non e' possibile in realta`; - comunicazioni clandestine: particolari modi dell'immagine fanno si` che cose non dette dall'immagine vengano pero` di fattO recepite per una risultanza psicologica nella mente del recettore, oppure che l'informazione materiale presentata in un certo modo assuma un contenuto ideologico che il recettOre non si rende conto di ricevere, ma che riceve di fatto." ((TADDEI N.: 1; pp. 156-157)); c) Queste comunicazioni inavvertite possono agire sul recettore in modo sostanzialmente casuale o in modo determinatO - entro certi limiti - dagli autOri (7), che possono, ovviamente, agire con intenti diversi; indipendentemente dalle intenzioni "buone" o "cattive" degli autOri, le conseguenze si possono ricondurre a DISINFORMAZIONE legata al mancatO riconoscimento delle de/formazioni, a MASSIFICAZIONE legata alla formazione di una mentalita` comune spersonalizzata, a COLONIZZAZIONE DEI CERVELLI come azione degli artefici della massificazione. Ovviamente, le comunicazioni inavvertite concorrono a quello jato sopra considerato; d) Le conseguenze delle comunicazioni inavvertite, nel contesto del linguaggio del!'immagine, richiedono attivita` di DEMASSIFICAZIONE relative al processo semiologico e di DESTRUMENTALIZZAZIONE relative sia ai contenuti che ai rapporti con gli strumentalizzatori. Per questi ultimi il discorso e' chiaramente difficile, ma per le altre attivita` si puo` individuare facilmente come strumento effettivo ed efficace la LEITURA STRUITURALE, intesa come analisi dell'immagine che permetta di coglierne i vari aspetti con atteggiamento critico, cioe' quella che viene chiamata EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE e che e' preliminare a una EDUCAZIONE CON L'IMMAGINE che sia liberante e non massificante. Per questo occorre sia considerare le particolarita` del linguaggio dell'immagine, sia approfondire le considerazioni sulle conseguenze di queste particolarita` e sulle possibilita` di rimedio, sia analizzare gli influssi del linguaggio dell'immagine sul linguaggio verbale: ma data la vastita` dell'argomento non posso che rimandare per una trattazione generale ai testi specializzati sull'argomento e in articolare a quelli, citati e utilizzati, di N. TADDEI. Dalla consapevolezza su queste questioni discenderanno, ovviamente, indicazioni per utilizzazioni del linguaggio dell'immagine nell'insegnamento, direttamente attraverso nuove tecniche o indirettamente attraverso un adeguamento nell'uso del linguaggio verbale. (7) Cfr., ad es., ((BOREliA P. e Universita` di Firenze: l».